Quando i confini si dissolvono

  

Oggi, 8 settembre 2024, a Barletta, intorno alle 9 del mattino, mi sono trovata di fronte a un fenomeno raro e straordinario. Il cielo e il mare si sono abbracciati in un orizzonte sfumato, quasi invisibile, come se il mondo avesse scelto di fermarsi per un attimo, offrendomi un silenzio che parlava di pace e serenità. Un silenzio che sembrava invitarmi a guardare dentro di me, a riflettere.

Quell'asintoto orizzontale tra due stati della materia era scomparso. La linea sottile che distingue il reale dal sogno, il conosciuto dall’ignoto, sembrava essersi dissolta, lasciando il confine tra il presente e il futuro sospeso in un limbo di possibilità e meraviglia.

L'assenza della linea dell'orizzonte, di quel confine tangibile, apre le porte all’immaginazione. Non so se definirla "linea separativa" sia davvero il termine giusto. In fondo, il mare e il cielo, il liquido e l’aeriforme, non sono mai stati rigorosamente disgiunti. C’è sempre un’interazione, un continuo scambio, come un eterno dialogo tra due mondi che si sfiorano, ma non si toccano mai del tutto.

Per la sua definizione, il termine "asintoto orizzontale" mi sembra più appropriato. E non solo per descrivere ciò che ho visto stamattina, ma anche per rappresentare alcuni aspetti della nostra società moderna. Viviamo in un mondo in cui i confini si sfaldano, l'incertezza regna sovrana, e l'identità diventa sempre più fluida, come onde che non trovano più una riva stabile. La verità e la menzogna si mescolano, proprio come le acque e il cielo si sono fusi davanti ai miei occhi, e tutto si trasforma in un moto continuo e inarrestabile.

L'immagine di oggi non è solo un paesaggio: è un segno, un simbolo del nostro tempo, della mutevolezza e del cambiamento.


 

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